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Le caserme delle Viote sul Monte Bondone, nuova destinazione

Ho recentemente interrogato il Sindaco di Trento su un tema ora all'ordine del giorno: la nuova destinazione delle Caserme delle Viote, sul Monte Bondone. L'ho interrogato dopo avere appreso che il Consiglio Comunale di Garniga Terme aveva deliberato, all'interno di un serie di varianti di assestamento per interesse pubblico, anche la modifica di destinazione d'uso delle zone denominate “ex caserme austroungariche delle Viote del Monte Bondone”. In pratica si autorizzava la Patrimonio Trentino a predisporre un apposito studio di valorizzazione per la cui attuazione si rendeva necessaria una variante urbanistica. Tale variante  riguardava la struttura complessiva, prevedendo la la dotazione di attrezzature pubbliche, il potenziamento delle attività turistiche ricettive, la rimodulazione dei servizi per la ricettività all'aperto e per il tempo libero a livello locale.

Chiedevo al Sindaco di Trento, che non mi ha ancora risposto, che cosa ne pensasse anche in considerazione del fatto che è stato istituito il Parco Naturale del Bondone, alla cui realizzazione concorrono anche gli altri comuni proprietari dei terreni compresi nel perimetro del parco.

Chiedevo anche  se l’amministrazione comunale di Trento fosse al corrente delle ipotesi di lavoro o dei progetti del comune di Garniga Terme per la “valorizzazione” delle ex caserme austroungariche, ovvero se intendesse acquisire – anche in via informale – elementi conoscitivi al riguardo. Ora tutto è diventato improvvisamente molto chiaro.

Ero e sono del parere che eventuali progetti di “valorizzazione” che comportino alterazioni dei luoghi, magari con aumenti di volumetrie, ovvero con iniziative “turistico-speculative” , non possano che compromettere la funzione di “parco naturale” della zona delle Viote, per la quale è già stato deciso di salvaguardare la naturalità, vista la sua importanza dal punto di vista paesaggistico, botanico e faunistico.

 Chiedevo al Sindaco anche, ove condividesse le mie preoccupazioni, se non ritenesse di far presente al comune di Garniga Terme la contrarietà del comune di Trento verso iniziative che possono compromettere la funzione di parco naturale già decisa per tutto l’areale delle Viote da tutti i comuni proprietari delle aree interessate. Ora i nodi si sono sciolti, ahimé!, e i miei timori hanno trovato conferma nella scelta del grande e costoso resort, un centro benessere lussuoso, costerà 36 milioni di euro!, su una montagna che fatica a trovare una sua dimensione, pur avendo un'infinità di potenzialità.

Certo, quella dell'albergo esclusivo forse ancora ci mancava e le perplessità a quanto pare arrivano dai più svariati e insospettabili ambienti. Albergatori compresi. A tanti trentini sarebbe piaciuto che quel luogo raccolto, decentrato, sul versante “nascosto” come qualcuno l'ha definito, ma dalla storia importante, con le sue costruzioni severe ed eleganti, certo degradate e bisognose di interventi di restyling, fosse destinato a qualcosa di molto diverso. Alla cultura della montagna, per esempio, alla formazione di giovani e meno giovani, ai bambini, all'educazione al cammino, alla fatica prodiga di ricompense impagabili, all'arrampicata, agli sport in genere, ad attività di valorizzazione del patrimonio naturale che a piene mani è distribuito sulla questa nostra magnifica e preziosa montagna. Spesso e ingiustamente bistrattata.

Ora il sospetto di nuove speculazioni, di volumi duplicati, di risposte, sbagliate, ad un bisogno che i più non riconoscono come tale, di scarsa attenzione al turismo di qualità, più rispettoso dell'ambiente e delle sue peculiarità, “più lento, più soave, più profondo” (per citare Alex Langer), fa e farà discutere nei prossimi giorni. E poi si procederà, come al solito, su strade decise ai vertici. Strade nate già vecchie, che sembrano non portare più da nessuna parte se non da quella del profitto di pochi a scapito del sentire di molti.

Dal Centro di Ecologia Alpina al resort esclusivo, davvero non c'è male!: un percorso a ritroso, una storia già vista, un'idea di Trentino che poco ha a che spartire con quell'”economia sostenibile”di cui tutti si riempiono la bocca. In Bondone convive in massimo grado la diversificazione  paesaggistica e della bio-diversità, sono presenti addirittura specie pre-glaciali. Le Tre Cime, il Palon, sentinella sulla città, la meravigliosa Piana delle Viote e poi prati, pascoli, malghe, la neve meravigliosa; le aree di riproduzione dei tetraonidi, i camosci della Val di Gola, i rapaci. E poi l'Orto Botanico e l'Osservatorio Astronomico, il Brenta sullo sfondo di un orizzonte che non si smetterebbe mai di ammirare. E un infinità di cielo. Tutto concorre ad impreziosire un luogo che potrebbe divenire paradigma e simbolo della conservazione innovativa (non è un ossimoro!) e dell'uso sostenibile del territorio alpino. Dubito che la nuova destinazione delle caserme austro-ungariche vada nella direzione  prevista dal Patto del Monte Bondone, dal Parco Naturale  e dalla Rete delle Riserve. Mi sembra, anzi, che se ne discosti parecchio. E non sono l'unica, temo, a pensarla così.

Lucia Coppola
consigliere comunale Verde a Trento

 

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